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Pro Letteratura e Cultura

"A mio padre morente", poesia di Ciro Imperato, lettura e commento di Emanuele Marcuccio

12 Febbraio 2014, 13:37pm

Pubblicato da Emanuele Marcuccio

 

A mio padre morente1

 

In quel tuo ultimo
e irrequieto sguardo
ho rivisto infiniti tramonti,
infiniti sospiri,
infiniti spazi.

Ho visto un bambino
all’alba
affacciarsi alla terrazza
del proprio tempo.

Ho visto gioie,
dolori…
ma soprattutto,
e con il cuore stretto in una morsa,

ho visto
affranto
il tuo ultimo
e solitario
doloroso tramonto.

 

Ciro Imperato

 

 

Commento di Emanuele Marcuccio

 

Lirica intensissima che ho già avuto modo di leggere ed apprezzare, non conoscendone ancora l’autore, durante i lavori di giuria del concorso “Libera Verso”.
Poesia che l’autore scrive ricordando gli ultimi istanti di vita dell’amato padre. 
In questa lirica il dolore giunge al suo culmine, nel momento in cui leggiamo (“e con il cuore stretto in una morsa,”), termine della terza strofa e vertice emozionale dell’intera lirica. Procedendo Imperato opera un’operazione magistrale di sintesi e di respiro, consapevole che l’anima della poesia è la sintesi, nessun verso in più né uno in meno che pregiudichi il suo respiro. Sì, è essenziale che una poesia abbia respiro, senza respiro essa soffoca nelle secche della discorsività o, peggio, nelle sabbie mobili del luogo comune e della banalità. 
In “A mio padre morente”, Imperato, come è solito fare, spezza il ritmo in un dolore singhiozzante, inserendo ben cinque strofe in monoverso e giungendo alla chiusa con un ritmo ostinato: “doloroso tramonto.”, in cui il suono scuro della vocale “o” perdura, interrotto solo per un attimo dal suono chiaro della vocale “a”, siglando così una composizione commossa e ricca di pathos.


Emanuele Marcuccio
(Poeta, aforista)


Palermo, 25 giugno 2014

 

 


 


1 I Premio al Concorso Nazionale di Poesia Inedita “Libera Verso” (Salerno, 18 gennaio 2014).

 


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