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Pro Letteratura e Cultura

«Scarpe da tennis», racconto di Daniela Ferraro

1 Luglio 2015, 16:03pm

Pubblicato da Emanuele Marcuccio

 

SCARPE DA TENNIS1
(Racconto di Daniela Ferraro)

 

 

 

 

Non ritenevo fosse così importante il non avere un paio di scarpe da tennis, invece lei si è posta il problema e non ha voluto venire con me... ed è stato meglio. Non avevo neppure ancora imboccato il vialetto, che già l’acuto odore dei pini mi ha investita, acre e fragrante come il profumo di quei biscotti di casa appena sfornati che tanto mi faceva impazzire da bambina, penetrando attraverso tutte le fibre del mio essere non distratte da altro suono, odore o presenza a me accanto e stordendomi lievemente all’interno di un’insolita ebbrezza. Eppure ci ero andata tante volte, però in compagnia… e ti accorgi così come cose apparentemente usuali e scontate possano assumere nuovi colori e cadenze se guardate e ascoltate in situazioni diverse. La solitudine accende ulteriormente i sensi dilatandone gli occhi, acutendo l’udito e l’olfatto. Non c’era nessun altro nel vialetto ancora venato dagli ultimi raggi morenti del sole che si aggrappavano ai cespugli, ai rami nodosi degli alberi quasi cercando un ultimo appiglio, un’estrema possibilità di sopravvivenza tra il fitto fogliame anch’esso, inesorabilmente, segnato dalla prima ruggine dell’autunno ormai incombente. Eppure, tra il giallo e il cremisi, spiccavano delle piccole foglie ancora stupendamente così verdi che si facevano spazio, festose, all’interno di una personale, gagliarda palingenesi. Non tutto mai muore del tutto, come i sentimenti. Non ho potuto fare a meno di pensarlo, di pensare se, tra il giallo e il cremisi dei suoi pensieri nei miei confronti, potrebbe mai rinascere una macchia di verde che gli riporti, alla mente, i miei lineamenti, all’animo il calore dei miei abbracci quando, come bambina festosa per il rinnovarsi di un meraviglioso regalo, mi aggrappavo al suo petto respirando all’interno delle sue labbra e vibrando all’unisono dei battiti del suo cuore. Ma, quest’ultimo, batte ora per un’altra donna… sicuramente lei ha le scarpe da tennis mentre io ho imboccato il vialetto a piedi scalzi. Man mano che esso si popolava di radi corridori in tuta e radiolina, avvertivo il loro sottile stupore sui miei piedi scalzi. Ora sono gonfi e scalfiti, ma non importa.. non so bene neppure perché l’ho fatto né intendo starci a pensare su. So solo che, ritornata a casa, ho pianto.

 

 

 

 

1 Il racconto è edito in AA.VV., L' indice delle esistenze. Vite in frammenti. L'amore, Aletti Editore, 2014, pp. 150-151.


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